Israele spiazzata

Un cambiamento profondo per l’Iran

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dato il via libera, all'unanimità, all’accordo raggiunto a Vienna tra i negoziatori del "5+1" e gli emissari di Teheran. Il documento stabilisce infatti l'annullamento di ben sette risoluzioni dell'Onu contro l'Iran non appena l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) avrà verificato che Teheran abbia rispettato le misure previste dall'accordo. In particolare, la riduzione entro le prossime settimane delle riserve di uranio arricchito e un taglio dei due terzi delle centrifughe per l'arricchimento. L'embargo sulle armi convenzionali, resta invece per almeno 5 anni. Quello che impedisce di procurarsi componenti e tecnologia per missili balistici resterà in vigore per otto anni. L’Iran potrà acquistare carri armati, navi da guerra ed elicotteri, ma sempre con l'approvazione, caso per caso, del Consiglio di Sicurezza. Se poi gli accordi fossero disattesi ecco che la sanzioni verrebbero ripristinate. Questa intesa Israele l’ha bollata semplicemente come una tragedia e un grave errore strategico. Gli israeliani restano convinti che l’Iran potrà continuare a lavorare all'arma atomica tranquillamente e che la fine delle sanzioni le restituiranno ingenti risorse per armare i terroristi, aumentando il rischio di una guerra in Medio Oriente. Sulla seconda questione, le risorse per i terroristi, Israele ha torto. L’Iran oramai deve combattere quelli dell’Isis più o meno in tutte le aree in cui ha interessi da difendere e l’Isis è un problema anche per gli occidentali che Israele ancora non si trova a dover affrontare, perché per la verità, di Gerusalemme, al Califfato, importa poco o niente. La questione palestinese non è inserita nel Corano, semmai è Hamas che si trova a competere a Gaza con le nuove cellule jahdiste. Non c’è una riflessione del governo israeliano su questo cambiamento di scenario, nonostante i contatti che lo Stato ebraico ha preso con Hamas nascano proprio dalla nuova minaccia che Hamas si è trovata in casa. Sul primo punto invece Israele ha ragione. Se l’Iran vuole costruire la bomba può farlo tranquillamente, ma poteva farlo anche senza l’accordo. L’unico modo per impedire il nucleare militare iraniano è di bombardare tutti i siti. Ma questa ipotesi non si esclude affatto, anzi è ancora molto plausibile. L’unica differenza è la speranza che in Iran si possa produrre un cambiamento profondo. Altrimenti lo scontro militare è certo.

Roma, 21 luglio 2015